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16 07 2013 | Rimini | Biodigestore Ca’Baldacci, fine del collaudo. Pieno regime tra autunno e inverno

Martedì, 16 Luglio 2013

tortora-scuroRimini | Biodigestore Ca’Baldacci, fine del collaudo. Pieno regime tra autunno e inverno

 

“Ancora non siamo a pieno regime – spiega Enrico Piraccini, responsabile impianti compostaggio e di gestione anaerobica per Herambiente – ma lo saremo tra l’autunno e l’inverno. Per ora, terminata la fase di collaudo, l’impianto di Ca’Baldacci a Rimini lavora al 60-70 per cento della sue potenzialità”. Produce 8mila megawatt all'anno di energia elettrica rinnovabile, pari al fabbisogno di circa 9mila cittadini, e 8mila tonnellate di compost. Il biodigestore di San Martino in venti mal digerito dai residenti della collina riminese è nato dalla ceneri della precedente centrale per il compostaggio (come è accaduto anche per gli impianti di Forlì-Cesena e Ravenna) ed è costato 10 milioni di euro, utilizza tecnologia tedesca applicata dall'azienda pubblica di Monaco di Baviera. Per spiegare come funziona i tecnici fanno l’esempio di una mucca.
“Il compostaggio simula quello che avviene in natura quando una pesca cade sul terreno e i batteri la trasformano in terriccio. Nei nuovi impianti è come se la pesca finita a terra sia mangiata da mucca che la digerisce e trasforma. La pesca è la raccolta differenziata, l’impianto è la mucca dove il gas prodotto dalla mucca è trasformato in energia elettrica rinnovabile”, spiega Piraccini.
La produzione di energia quindi passa attraverso un processo di triturazione e digestione dei rifiuti in celle di cemento armato a tenuta stagna, al buio e a 37° circa, sviluppando batteri simili a quelli presenti nello stomaco delle mucche, e producendo biogas.
A portare alla trasformazione degli impianti romagnoli, precisa Piraccini, non solo per proprio della loro preesestenza, ma anche per la quantità di rifiuti differenziati che qui è maggiore e anche per via “degli obiettivi di produzione che arrivano dall’Europa, secondo cui l’Emilia Romagna deve produrre il 9 per cento di energie rinnovabili del totale italiano. Per arrivare a quel numero è indispensabile non solo affidarsi alla produzione di mais, ma anche mettersi a recuperarla dai rifiuti organici”.


Da quando è partito il processo di conversione dell’impianto ci sono stati dei problemi con la cittadinanza, che ha segnalato anche alcuni incidenti e ha presentato diversi esposti. “Secondo noi – sottolinea Piraccini - questo impianto è migliore del precedente di molto sia come sicurezza sia come emissioni odorigene. Nei prossimi mesi sarà aperto alle visite scolastiche e alle visite di tutti (chiaramente organizzate). Sarà per noi un buon modo per diffondere sempre di più la cultura della raccolta differenziata”.


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